
Gubbio e lo Studiolo del Duca – verso l’Instameet
Continua il mio viaggio per Gubbio, tra le mura della città, le sue storie e le persone che l’hanno vissuta e l’abitano, in vista dell’Instameet del 17 giugno “Nuovi occhi per antichi mestieri“.
Gubbio è sinonimo di Medioevo. Perchè viene naturale pensarla ai tempi dove le uniche luci di notte erano quelle delle stelle e delle candele, si vestivano abiti per la maggior parte di tela grezza e la religione dettava rigidi ritmi alla società. Ma, se ora mi seguite, vi mostrerò che Gubbio non è solo Medioevo, che antico e presente possono e devono dialogare tra loro, perché i risultati di un lavoro attuale con uno sguardo al passato, sono davvero incredibili.
Vi do il benvenuto al Palazzo Ducale di Gubbio, la residenza estiva del Duca di Urbino Federico da Montefeltro.
Siamo nel 1470 quando l’architetto Francesco di Giorgio Martini da Siena arriva a Gubbio e progetta il palazzo innestandolo su strutture medievali preesistenti, regalando l’unico esempio di architettura rinascimentale alla città.
Ci troviamo nella parte alta di Gubbio, dove un tempo, il Duca e il figlio Guidobaldo, una volta succedutogli, amavano trascorrere l’estate.
Se oggi tra le persone di potere un must delle proprie residenze è la piscina, durante il Rinascimento era rappresentato da una stanza riservata al proprietario, dove si poteva dedicare ai propri interessi culturali. Ed è così che anche a Gubbio Federico volle, come a Urbino, il suo studiolo.
Gli artigiani intagliatori della bottega di Giuliano da Maiano, partirono da Firenze e realizzarono un capolavoro, che rimase fino al 1874 a Gubbio. Poi varie vicissitudini lo fecero smontare, spedire a Frascati, partire per Venezia e infine dal 1939 approdare a New York al Metropolitan Museum, dove si trova ancora oggi.
Nel 2008 però qualcosa è cambiato. Dopo 7 anni di lavoro paziente e certosino, una copia fedele dello studiolo conservato a New York, viene sistemata nella stanza originale. Una volte entrati nel piccolo ambiente avrete, come ce l’ho avuta io, la certezza che chiamarla riproduzione è forse un po’ troppo riduttivo. Le mani degli artigiani sono riuscite a fare di più: con la loro sapienza hanno reso vivo il piccolo ambiente, come se fosse di nuovo in attesa del Duca, un angolo caldo, accogliente e allo stesso tempo austero.
Assaporate le tarsie, gli oggetti e gli animali rappresentati, nulla si trova qui per caso: ad esempio, l’ermellino sul quale campeggiano le parole di NO MAI, simboleggia la purezza di un animale che pur di non sporcare la sua bianca pelliccia si farebbe uccidere.
È attraverso un lavoro enorme, altamente qualificato e appassionato che si creano oggetti stupefacenti, anche se riproduzioni, anche se copie. Come quello che hanno fatto i fratelli Minelli e la loro bottega dal 2001 al 2008, grazie all’Associazione Maggio Eugubino e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
È questa l’essenza del lavoro dell’artigiano, quello di regalare un’anima a oggetti inerti.
Vieni a scoprire anche tu il lavoro degli artigiani di Gubbio il 17 giugno! Partecipa all’evento”Nuovi occhi per antichi mestieri” del Lions Club di Gubbio, patrocinato dal Comune di Gubbio. tuqui.it, Ig Gubbio e l’Informagiovani di Gubbio vi accompagneranno per le strade e le botteghe di Gubbio. Iscriviti, l’evento è gratis!
👉🏼 info per la visita al Palazzo Ducale di Gubbio

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