
Jazz, food for Perugia’s soul
Vorrei parlarvi di un posto bellissimo, reso ancora più bello da dieci giorni di musica, da dieci giorni di incontri con persone che arrivano da ogni parte del mondo e visi sorridenti, chiacchiere in tutte le lingue, balli e innumerevoli brindisi con vecchi amici o appena conosciuti.
Si chiama Perugia-durante-Umbria-Jazz.
Perugia è una città che non sempre riesce a trasmettere istantaneamente tutta questa bellezza ed empatia che invece puoi toccare con mano in questi frenetici e caldi giorni. Perché Perugia se la vivi per poco e superficialmente può nasconderti i suoi lati più coinvolgenti, ma lasciandosi cullare al ritmo del jazz dà indiscutibilmente il meglio di sé.
Poco importa se del jazz conoscete poco o quasi nulla, il jazz a Perugia lo vedi nei visi dei musicisti e dei cantanti, lo senti vibrare nell’aria e diventa facile capirlo, tenendo il ritmo con la testa, con le mani o con i piedi, attorniata dagli amici, ma anche da sconosciuti, o quando ti sembra non ci sia nessuno intorno a te.
Perché poi Perugia è bellissima di notte: la Fontana, che accanto a quel palco sembra zampillare al ritmo del jazz, le scalette del Duomo e del Palazzo dei Priori, che sono sempre felici di accogliere tutte le persone che si siedono sopra di loro, il Corso visto da Piazza IV Novembre o da Piazza Italia, che sembra un mare che si muove a suon di musica.
Per chi abita a Perugia, in questi giorni, è come avere una finestra sul Mondo, ma una finestra al piano terra che se vuoi scendi e diventi parte del Mondo.
Perché ho visto i Rem al Santa Giuliana, ho ascoltato Patty Smith, Prince, Caetano Veloso e Gilberto Gil dal balcone di casa – Lady Gaga no, perché pare che dall’anno scorso abbiano insonorizzato l’Arena (se qualcuno sa come hanno bloccato la propagazione di onde sonore me lo spieghi, please!) – e mi sono addormentata con le note di concerti improvvisati a tarda notte sotto le mie finestre.
Non so se riesco a far capire tutto quello che provo nei confronti di Umbria Jazz.
Perché per noi perugini non è facile: l’immagine di una Perugia tutta per noi, sferzata dal vento, i nostri passi che si confondono con il rumore dell’acqua della Fontana, il Duomo e Palazzo dei Priori a farci da scudo, i tempi lenti che solo una città in collina ha, è quello che viviamo il resto dell’anno e ci piace da matti. Ma ci piace anche l’estate, fare festa, cantare e ballare. I dieci giorni in cui Perugia diventa qualcosa di diverso ci fanno bene all’anima, come suggeriva la t-shirt di un musicista jazz.

Spoleto ama l'arte (contemporanea)
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