
Felice come una (colazione di) Pasqua
Molte cose mi irritano nell’arco di una giornata, si sa, ma se ce n’è una che influisce negativamente sul mio umore più di tutto, è non fare colazione. La colazione per me è concedermi almeno 10 minuti davanti ad un’enorme tazza di caffè e latte per prendere coscienza che sono sveglia e c’è da affrontare una giornata di lavoro, di vacanza, di festa o qualsiasi sia. E di tutte le adorate 365 colazioni dell’anno, quella che adoro di più è la colazione di Pasqua.
Nei giorni precedenti c’è tutta una serie di cose che ogni perugino deve fare, per far sì che la mattina di Pasqua non ci siano sorprese al suo risveglio: i più ligi alla regola si cuociono le torte di Pasqua il giovedì precedente, poi le ciaramicole e poi le uova sode. I più rilassati aspettano la mamma, che gentilmente si offre volontaria per recapitarti a casa tutto già pronto e accompagnato dal miglior capocollo, il giorno prima della fatidica colazione. Nel mio caso, naturalmente, è valida la seconda opzione. Unica e soprattutto essenziale cosa che faccio da sola è la decorazione delle uova sode.
Ed eccoci dunque arrivati alla mattina di Pasqua: uova sode decorate ci sono, torta di Pasqua c’è, ciaramicola c’è, capocollo c’è, uovo di cioccolato per David distrutto-da-Lev-perché-l’ho-sgamato-che-ci-dormiva-sopra c’è. Ma io senza la mia tazza di latte e caffè non resisto e mi bevo pure quella!
Glossario per i non-umbri:
Torta di Pasqua: se la chiamate pizza, non è assolutamente questa. Questa è una torta alta, salata dove nell’impasto si mettono vari tipi di formaggio, buona da sola, ottima con i salumi.
Ciaramicola: il dolce perugino che racchiude in sè tutta l’essenza della città: bianco e rosso come i suoi colori. È sostanzialmente diviso in due parti: sopra, una specie di meringa bianca che evoca i campanili inconfondibili dello skyline della città, decorata con tantissimi confettini multicolor che rappresentano invece le sue Porte (giallo Porta San Pietro, verde Porta Eburnea, azzurro Porta Susanna, rosso Porta Sant’Angelo, bianco Porta Sole). Sotto, l’impasto color rosso ( grazie all’alchermes) a forma di ciambella, per ricordare la pianta della Fontana Maggiore di Piazza IV Novembre.

Andrea Pazienza e il Fosso della Resina

Tutto si crea, nulla si distrugge. Il Fuseum
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