
Il semaforo rosso
La via del Bulagaio è la strada più breve che dal paesino dove sono cresciuta, porta in città, a Perugia.
È una strada in salita, davvero molto in salita, il mio terrore da neopatentata.
Ora è una delle strade che amo più percorrere, sia che io stia andando giù in discesa, dove puoi avere un tuffo al cuore alla vista infinita di colline e monti dell’Appennino, soprattutto in inverno quando sono innevati, o sia che vada in salita. Arrivata in cima, superato l’archetto, fatta la curva a gomito – che se piove è un casino! – , mi aspetto sempre di trovare con mia grande gioia il semaforo rosso. Così posso bearmi della meravigliosa vista dell’Arco Etrusco, o di Augusto, o Trionfale, o Porta Tezia, o Porta Vecchia, o Porta Borea, o Porta della Penna, o giustamente Porta Pulchra.
E mi immagino i viaggiatori Umbri, che come me venivano dalla sponda est del Tevere, attraversarlo, salire verso Perugia , vedere l’Arco e ammirarlo come faccio io ora, più o meno ventitre secoli e mezzo dopo i primi di loro che l’hanno visto.
Il rosso non mi pare mai troppo lungo, ogni volta catturo particolari diversi, ma ciò che rimane ferma nel tempo è la bellezza di questo scorcio di Perugia, che nelle guide non occupa poi uno spazio che le renda reale giustizia. Forse perché è solo una delle porte della città? Per me però è La Porta alla Città, quella che apre Perugia alla zona che dal Tevere arriva fino a Gubbio, alle campagne e alle colline che credo mi abbiano educata al bello.
E a dire “magnè”. Ma di questo avrò modo di parlare più avanti.
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Arco Etrusco

L'odore della primavera
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