
Il lago di Bolsena. L’incanto dell’isola Bisentina
Parlarvi del Lago di Bolsena è come parlarvi di una parte di me. Quello che mi lega a lui è qualcosa di profondo che riesco pienamente a capire solo per qualche secondo quando, dopo mesi di assenza dalla Tuscia, lo vedo materializzarsi e farsi sempre più vicino percorrendo la strada panoramica che dalla bellissima Montefiascone arriva a toccare le rive del Lago. Consiglio anche a voi questo ingresso.
Montefiascone non è la sola ad affacciarsi sul Lago di Bolsena, in senso orario troverete Marta, Capodimonte, Gradoli, San Lorenzo e naturalmente Bolsena, di cui avrò modo di parlarvi in altri post. Il lago, di origine vulcanica, ha due isole, la Martana e la Bisentina. Entrambe prendono il nome dai luoghi più vicini a loro della terraferma, Marta e Bisenzio. Quest’ultimo è un promontorio abitato fin dall’età del ferro, dove etruschi e romani si sono succeduti, passando poi per i saccheggi di Saraceni e Longobardi. Protetto fin dagli albori dell’età cristiana dalle varie famiglie papali che nella zona hanno sempre avuto grandi interessi, venne abbandonato definitivamente intorno al 1850, a causa della malaria che rese il luogo invivibile. Dalla colombaia ancora oggi visitabile prendendo un sentiero di fronte alla chiesetta della SP 114, potrete godere di una vista privilegiata di tutto il Lago e dell’Isola Bisentina in particolare.
Ma oggi ho deciso che vi porto in barca, a scoprire più da vicino le meraviglie dell’Isola Bisentina.
In mezz’ora dal porto di Marta sarete vicinissimi alle rive dell’Isola e potrete osservare cose che dalla riva non riuscireste mai a vedere. Noterete le linee frastagliate che delineano l’Isola e l’alto scoglio ad est che scende a picco sul Lago, dove nidificano un gran numero di gabbiani e aironi.
Il primo intervento umano che salta subito all’occhio da così vicino è la sala da tè scavata nello scoglio, quasi al livello del Lago, proprio sotto ad una delle 7 chiese costruite sulla Bisentina, quella di Santa Caterina detta la Rocchina, perchè ottagonale e ricorda la Rocca di Capodimonte. Invece la chiesa con la cupola cinquecentesca del Vignola, che potete vedere anche da lontano se siete sulle rive di Bisenzio, è dedicata ai SS. Giacomo e Cristoforo. Sui 17 ettari della Bisentina, dove il numero degli edifici di culto è in proporzione maggiore di quelli che possiamo trovare a Roma, c’è anche un carcere, la Malta dei Papi, dove venivano rinchiusi i religiosi eretici, che si trova sotto il rilievo maggiore dell’Isola, il Monte Tabor.
Naturalmente le acque intorno all’isola sono incantevoli, portate con voi maschera e boccaglio e i fondali non avranno segreti. Con l’aiuto di autoctoni, fatevi dire dove poter guardare il sarcofago o la piroga, per provare il piccolo brivido della scoperta.
Se si potesse attraccare sull’Isola si narra anche di giardini all’Italiana e campi coltivati, ma tutto ciò potrete solo sfiorarlo. Perchè come mi disse una volta un pescatore al porto di Capodimonte: ” Ah signorì, sì, certo che ce se pò anna’. Basta che conosche rPrincipe der Drago!”. Se lo conoscete, visto che è il proprietario, fategli presente che desiderei da pazzi visitarla!

Giannutri
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