Persone,  Qui Umbria

Eternamente legato all’Umbria. Federico Faruffini

Succede che durante una mostra sull’800 italiano alle Scuderie del Quirinale di qualche anno fa, ti innamori perdutamente di un dipinto. Questo:

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Lei è Clara, una donna libera di esserlo.
Nell’800 era una rarità per una donna farsi ritrarre in questo modo, l’artista ha scelto di osare: via i classici ritratti frontali, magari sedute in poltrona con accanto il ricamo e un pargolo, via i fiorellini che incorniciano i volti angelici e che accompagnano i gesti eterei. Clara è ritratta in casa, di spalle, davanti a lei una pila di libri, mentre ne legge uno e si fuma tranquilla una sigaretta. È una donna libera dagli stereotipi di essere una donna dell’800 (che, ahimè, ancora sopravvivono, ma questo è un altro discorso).

A dipingerla fu Federico Faruffini, che scoprii essere legato all’Umbria eternamente.

Federico-Faruffini

Federico Faruffini nasce a Milano, studia a Pavia, vive – accompagnato da una depressione crescente per non riuscire ad essere compreso come artista, per il rapporto conflittuale con il padre che aviene voluto per lui una vita da avvocato- a Parigi e Roma ed appena sposato, nel 1869, si trasferisce a Perugia.
Nel pomeriggio del 15 dicembre del 1869, nella sua abitazione di Perugia, dove si era rifugiato, per cercare la pace, Faruffini prese due biglietti, in uno vi scrisse “morte”, nell’altro “vita”, e li imbussolò dentro il cappello; aveva giocato tragica- mente la vita in un momento di folle disperazione. Così trangugiò una boccetta di cianuro di potassio, e si precipitò per le scale: in fondo, morente, fu raccolto dal pittore Brugnoli che, “per combinazione”, lo andava a trovare. Quel giorno Federico Faruffini aveva finito di soffrire. Aveva trentasei anni.” (P. M. Bardi in Officine dell’Istituto Italiano d’Arti Grafiche, Istituto Luce)

Gli-Etruschi-a-Perugia

A Perugia lascia uno dei suoi quadri a tema storico, al quale si dedicò molto, “Gli etruschi a Perugia” che abbellisce la sala della presidenza della Giunta regionale. La scelta di raffigurare gli etruschi è una scelta importante, non facile, frutto di uno studio attento: Perugia, come ho già avuto occasione di dire, è prima di tutto etrusca, e quanto sarebbe stato facile per lui cercare un tema più immediato come il medioevo? Ma a lui piaceva rischiare e sperimentare: l’anno prima della sua morte vendette tutta la sua attrezzatura da pittore e si dedicò alla fotografia.

Faruffini-Fotografo

Fu uno dei primi a cimentarsi in questa nuova frontiera dell’arte, ma ottenne poco successo perché giudicato troppo sperimentale.

Sempre Bardi scrive: “Anche la sofferenza ha un limite. Federico Faruffini aveva sofferto in modo disumano, forse quanto nessuno degli incompresi artisti dell’ottocento; la sua rassegnazione cristiana e la fede che egli ebbe, purissima, nell’arte non valsero a placare i gravi dolori che il prossimo gli inflisse, giorno per giorno.”

È un dolore sapere che nemmeno l’Umbria è riuscita a sollevarlo dai suoi cupi pensieri.

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